Scanzano Jonico - Guida Turistica

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.: SCANZANO JONICO
 Scanzano Jonico č un comune di 6.975 abitanti della provincia di Matera. Scanzano č comune autonomo dal 1974, anno in cui cessņ di essere frazione di Montalbano Jonico. Situato in una zona pianeggiante lungo il litorale jonico, l'economia si fonda sull'agricoltura e sul turismo balneare, in forte espansione grazie alla valorizzazione in corso della zona balneare limitrofa e per la bonifica dell'area costiera tra le foci del Cavone e dell'Agri. Nel novembre del 2003 il suolo del comune e“stato designato, dal Consiglio dei Ministri, come posto unico nazionale per la raccolta di scorie nucleari di "alta e media durata" (2a e 3a categoria), complessivamente circa 60.000 metri cubi, nella frazione costiera di Terzo Cavone, questa decisione provocherį forti proteste pacifiche e nascita di movimenti popolari che si riassumono nei "giorni di Scanzano"dal 13 al 27 novembre dello stesso anno, che si concluderanno con la formazione di un nuovo emendamento da parte del "Cdm" dove il nome di Scanzano Jonico verra“cancellato dal decreto ufficiale delle scorie nucleari.
.: STORIA
 Le origini dell'abitato risalgono al Medioevo quando Scanzano era un casale del monastero dei SS. Elia e Anastasio di Carbone piccolo comune ubicato sul Pollino. L'abitato, situato in una zona pianeggiante lungo il litorale jonico, attualmente centro agricolo e nodo stradale in crescente sviluppo per la valorizzazione in corso della zona balneare limitrofa e per la bonifica dell'area costiera tra le foci del Cavone e dell'Agri, appartenne come casale a Montalbano Jonico, da cui si rese indipendente nel 1974.
 Originariamente il centro fu sotto il controllo dei monaci basiliani di Sant'Elia di Carbone ed inseguito passò al dominio di Pedro de Toledo che fece erigere il palazzo baronale denominato comunemente Palazzaccio. La struttura, con vicino casette affiancate, fu centro direzionale dei lavori agricoli della zona. Ancora oggi, nel paese, è possibile ammirare il Palazzaccio a pianta quadrata con torre merlata e facciata caratterizzata da grandi finestre incorniciate da archi; all'interno si può visitare anche una interessante cappella. Nelle vicinanze della spiaggia è situata una torre d'avvistamento, costruita nel periodo aragonese, mentre un'altra torre a forma cilindrica si può apprezzare in località "Terzo Madonna". Nella zona di "Recoleta" sorge una Masseria Fortificata risalente al XVII-XVIII sec., caratterizzata da un ampio portale, da una torre quadrata e da due torri situate agli angoli della facciata. Nel territorio è sito Termitito, un importante insediamento di età micenea occupato in seguito da coloni greci. Sul territorio sono ancora evidenti i segni di una civiltà greco-bizantina, di popolazioni elleniche persino doriche e micenee, rilevabili dalle terracotte rinvenute in loco e, di altre reliquie giacenti nei musei di Policoro e Metaponto. Dopo gli Elleni, i Romani , i Longobardi ed i Saraceni, Scanzano, come gli altri centri della costa ionica, subì un lungo degrado a causa delle continue invasioni, per cui le popolazioni superstiti si spostarono sui monti dell'entroterra.
 Dopo il Mille, Scanzano e Policoro, benchè divisi dal fiume Agri, costituivano un'unica tenuta che si evidenzia in un atto del 1095, del duca Ruggiero di Pomereda e di sua moglie Alberada, attraverso cui donavano la chiesa di Santa Maria Genitrice di Scanzano all'abate Giovanni della chiesa di Santa Maria di Pisticci. Nel 1100-1104, Scanzano diventò di proprietà del figlio di Ruggiero, Riccardo Siniscalco, che donò tutta la tenuta di Scanzano e Policoro alla badia di S. Elia di Carbone. Nel 1125, fu Boemondo figlio di Roberto il Guiscardo a sottoscrivere l'atto di donazione alla badia di Carbone che amministrò per lungo tempo. Nel 1132 la donazione fu riconfermata da re Ruggiero, nel 1154 da re Guglielmo, nel 1191 da re Tancredi, ed infine nel 1232 da Federico II. Successivamente il territorio di Scanzano fu occupato con la forza dal principe Ruggero Sanseverino, strappando la tenuta alla badia di Carbone; morto il principe nel 1430, la regina Giovanna di Napoli, investì il figlio Antonio, delle tenute di Policoro e Scanzano. A questi seguì Luca Sanseverino, che in seguito alla morte di suo padre vendette il feudo e per concessione del re Ferdinando d'Aragona, passò a Roberto Sanseverino nel 1473. Nel 1741 il feudo di Scanzano si trovò in possesso di Mattia Alessandro Mirabile d'Aragona, che era succeduto al padre Cesare Francesco. In seguito, Scanzano, fu venduta al marchese Donnaperna di Colobraro che la tenne per molti anni fino al primo ventennio dell '800. Nel 1809, il comune di Montalbano, pretese gli usi civici sulle terre del centro scanzanese; mentre il restante in diversi appezzamenti venne venduto nel 1816 al barone Gennaro Ferrara, favorito dal governo borbonico. In questo periodo non ci furono miglioramenti strutturali e sociali fino al 1860; neanche Ferdinando II, successo al padre, riuscì a cambiare qualcosa. Nel paese è interessante visitare la Chiesa dell'Assunta, che conserva nel suo interno una corona d'argento di una statua della Madonna del 1715 ed alcune sculture lignee del XVIII sec.. Scanzano è un centro balneare in fase di evoluzione, infatti le attrezzate spiagge e le acque limpide del Mar Jonio (Bandiera Blu d'Europa da diversi anni) sono meta ogni anno di turisti provenienti anche da paesi stranieri. Nell'Ottocento il territorio fu bonificato parzialmente, nel secolo successivo, invece, la bonifica fu integrale e, a partire dagli anni Cinquanta, determinò uno straordinario sviluppo agricolo, soprattutto in campo ortofrutticolo. Essendo un paese situato in una zona molto fertile, ha parecchie aziende agricole specializzate nelle colture sia nei campi che nelle serre. Prodotti di maggiore coltivazione sono gli ortaggi e la frutta in particolare agrumi, pesche, fragole e kiwi. Le località abitate sono: Recoleta, Terzo Caracciolo, Terzo Cavone e Terzo Marzoccolo; vi risiede il 60% della popolazione.